Suonare danzando


"Y si se derrumba, yo lo reconstruyo"

"Se io fossi un musicista e il mio corpo il mio strumento musicale,
come mi muoverei?..."


Chi conosce la poesia della musica
e suonando genera bellezza,
inizierà a sentire dentro di sé
l'essenziale armonia
della vita umana
Josè Antonio Abreu



IL SISTEMA


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"L'impatto del Sistema si irradia in tre sfere differenti:

- la sfera personale 
- la sfera familiare
- la sfera comunitaria

Gli effetti più miserabili e tragici della povertà non sono la mancanza di pane o di tetto ma il sentirsi "un nessuno". E' per questo che lo sviluppo del bambino, all'interno dell'orchestra e del coro, lo proietta verso l'acquisizione di una nobile identità per trasformarlo in un esempio per la famiglia e per tutta la sua comunità"


Cos'è il Sistema?

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Il Sistema nazionale delle orchestre e dei cori giovanili e infantili del Venezuela è un'opera sociale e culturale dello Stato venezuelano. Conosciuto semplicemente come "Il Sistema", è stato pensato e fondato nel 1975 dal maestro e musicista venezuelano José Antonio Abreu come strumento di organizzazione sociale e sviluppo umano, attraverso la sistematizzazione dell'educazione musicale e della modalità del suonare insieme nell'ambito delle orchestre sinfoniche e dei cori giovanili.

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Tale modello pedagogico, artistico e sociale (che ha raggiunto rilevanza nel mondo intero), costituisce il progetto di impegno sociale di maggior forza della storia del Venezuela. Il suo organo dirigente è la Fondazione Musicale Simòn Bolivar (FundaMusical Bolívar), ascritta al Ministero del Potere Popolare dell'Ufficio di Presidenza e di Attuazione del Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela.


Missione e Visione

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Missione

La Fondazione Musicale Simòn Bolivar costituisce un'opera sociale dello Stato Venezuelano consacrata al riscatto pedagogico, occupazionale ed etico dell'infanzia e della gioventù, mediante l'educazione musicale e la pratica collettiva della musica, dedicata alla formazione, prevenzione e recupero dei gruppi più vulnerabili del paese (sia per età che per fattori socioeconomici).


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Visione

La Fondazione Musicale Simòn Bolivar è un'istituzione aperta a tutta la società, con un alto concetto di eccellenza musicale, che contribuisce allo sviluppo integrale dell'essere umano. Si vincola alla comunità attraverso l'interscambio, la cooperazione e la cura di quei valori trascendentali che incidono nella trasformazione del bambino, del giovane e del suo contesto familiare.

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Si fa affidamento su una risorsa umana orientata al raggiungimento di una meta comune attraverso il consolidamento di un clima rituale e piacevole, formando equipe di lavoro multidisciplinari altamente motivate e identificate nell'Istituzione.

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Si riconosce il movimento orchestrale come un'opportunità per lo sviluppo personale a livello intellettuale, spirituale, sociale e professionale, riscattando il bambino o il giovane da una gioventù vuota, disorientata e deviata.



Suonare e lottare (Tocar y luchar)


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Così intitolava, il quotidiano El Nacional, una notizia sull'orchestra giovanile apparsa il 2 di febbraio del 1976. Convertito ed assunto come lemma del Sistema, "
Suonare e Lottare", riflette la determinazione e l'impegno che hanno sempre contraddistinto i suoi partecipanti e che hanno fatto del Sistema il progetto orchestrale e sociale più importante della storia musicale venezuelana.

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"Fin dal principio, quando fondammo la prima orchestra giovanile, abbiamo compreso che ci sarebbero stati molti ostacoli da superare, che non era solo questione di dedicarsi a suonare. Negli anni iniziali abbiamo lottato molto per far conoscere, in tutti i suoi aspetti, questa riforma dell'educazione musicale, le se doti sociali e culturali, affinché crescesse e diventasse un progetto sostenibile, come poi di fatto è successo". Il maestro Josè Antonio Abreu spiega così la consegna "Suonare e Lottare", che esprime lo spirito dei pionieri del Sistema e anche delle generazioni più attuali.

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Aggiungo, spiega ancora il maestro Abreu, che "
Suonare e Lottare" è la consegna che incarna la scommessa regina che ha significato, in più di un ventennio, formare le migliaia di maestri e direttori d'orchestra necessari per fondare i nuclei del Sistema in tutto il territorio venezuelano e che poi, come missionari di musica, hanno portato la loro esperienza in tutta l'America e nel mondo. 

In senso più profondo, "Suonare, cantare e lottare" - il verbo cantare è stato incorporato recentemente - rappresenta un principio che ogni essere umano può applicare alla propria vita, che racchiude la dinamica quotidiana e perenne dell'agire correttamente per poter poi godere dei risultati raggiunti.

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Nel 2004 è stato prodotto un documentario sul Sistema, diretto da Alberto Arvelo e intitolato Tocar y Luchar (Suonare e Lottare), il quale ha vinto alcuni riconoscimenti come il miglior documentario al Cine Las Americas International Film Festival ed all'Albuquerque Latino Film Festival. 

Nel 2006 è uscito in Italia con il Saggiatore il documentario di Helmut Failoni e Francesco Merini "L'altra voce della musica. In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e L'Avana". Il film, dedicato al rapporto tra Abbado e El Sistema, è stato riedito nel 2010 e replicato numerose volte da Sky Classica tv. Nel 2008 è stato prodotto un altro film di Paul Smaczny e Maria Stodtmeier distribuito in Italia con il titolo El sistema. Musica per cambiare la vita.
Fai clic qui sopra per vedere il docufilm con Claudio Abbado
dedicato al Sistema

Il sogno iniziale

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Nella metà degli anni '70, il maestro José Antonio Abreu invitò un gruppo di giovani musicisti venezuelani a fare di un sogno realtà: formare un'orchestra giovanile che permettesse agli studenti di portare avanti pratiche di musica d'insieme, trasformare l'educazione musicale del paese e creare un grande movimento, con componente identitaria venezuelana, che diventasse una fonte lavorativa degna e professionale.

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Sostenuti da un decreto ufficiale del 1964, che contemplava l'obbligatorietà dell'esercitazioni musicali gruppali per tutti gli alunni delle scuole statali, Abreu e altri otto giovani studenti di musica cominciarono a riunirsi, era la fine del 1974. Frank Di Polo, Ulyses Ascanio, Sofía Mühlbauer, Carlos Villamizar, Jesús Alfonso, Edgar Aponte, Florentino Mendoza, Carlos Lovera y Lucero Cáceres, erano questi i musicisti che accettarono la sfida.
La prima orchestra sinfonica nazionale giovanile intitolata "Juan José Landaeta" debuttò in forma ufficiale, il 30 aprile del 1975 nella sede della Cancelleria.

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Questo raggruppamento originario del Sistema di orchestre e cori, composta da 80 musicisti, ottenne stato giuridico il 12 febbraio dello stesso anno. Da allora ebbe inizio una sorprendente serie di successi: nel 1978 cambiò il nome in orchestra sinfonica Simòn Bolivar. Ha realizzato le più importanti tournée di concerti internazionali diventando l'orchestra di punta del Sistema, ambasciatrice dell'identità artistica venezuelana, ottenendo riconoscimenti come il premio internazionale della musica dell'UNESCO ed altri ancora.


Abreu e Dudamel

Gustavo Dudamel e Josè Antonio Abreu

Per maggiori approfondimenti vai al sito venezuelano:

fundamusical.org.ve


Fai clic qui per vedere Gustavo Dudamel con l'orchestra giovanile del Sistema


Gustavo Dudamel


Musica all'ospedale: guarda il video

Per le immagini si ringrazia: 
it.leica-camera.com

Per la traduzione dei testi in spagnolo:
Valentina Vano
www.metodomariafux.com

Abbiamo bisogno di te


Corso di danzaterapia per vedenti, 
ipovedenti e non vedenti
 (gruppo integrato)

GIOVANI SOTTO I 25 ANNI: GRATIS


A due passi dalla fermata MM1 di Palestro, in pieno centro monumentale nella nostra Milano, c'è un bel palazzo d'epoca che è la sede dell'Istituto dei Ciechi, in via Vivaio al numero sette.
All'interno dello storico edificio viene dato supporto ed assistenza ai nostri amici ipovedenti e non vedenti di Milano. A disposizione dell'utenza vengono proposti un ventaglio di progetti altamente specializzati e guidati da professionisti d'eccellenza. La persona non vedente può così sviluppare le sue potenzialità e i suoi talenti; con il tempo e tanta forza di volontà è certamente possibile raggiungere, in un buon numero di casi, la piena autonomia o la libertà minima per poter organizzare una vita soddisfacente e bella da vivere.

In questo ambito si colloca "Con...Tatto", il laboratorio di danzaterapia per vedenti e non, tradizionalmente ospitato nella palestra del nostro Istituto tutti i giovedì pomeriggio alle ore 17,00.

La novità assoluta del corso consiste nel fatto che il gruppo di danzaterapia è integrato
Vuole dire che insieme alle persone non vedenti e ipovedenti ci sono anche coloro che vedono e tutti insieme, differenti ma simili, nutrendoci vicendevolmente di arte,  cerchiamo di venire a capo della lezione di danzaterapia squisitamente fedele al metodo della grande ballerina Maria Fux.

Abbiamo bisogno di te!

Per fare integrazione dobbiamo essere in tanti!
Desideriamo che anche tu venga a danzare con noi, a condividere la danzaterapia che è arte e gioia dello spazio. Stiamo cercando persone, vedenti e non, che si uniscano al gruppo. E' richiesta continuità, voglia di danzare e voglia di mettersi in gioco per fare un'esperienza assolutamente originale e di grande stimolo. 

Importante:
per i giovani sotto i venticinque anni il corso è completamente gratuito (i costi verranno sostenuti dall'Istituto dei Ciechi).
Per le persone adulte sopra i venticinque anni di età è richiesto un contributo minimo (rimborso spese per il Gruppo Sportivo, assicurazione e uso della palestra) di appena 100 euro, unica quota per tutto l'anno. Anche in questo caso il costo del corso sarà compensato dall'Istituto dei Ciechi.

Photo by Sophia Ricci


La lezione si svolge tutti i giovedì pomeriggio, dura sessanta minuti e comincia alle ore 17.00.
Il corso inizia a ottobre  ma è possibile unirsi al gruppo in qualsiasi momento dell'anno.
La docente è Valentina Vano.
Non ti resta che contattarci e venire subito a provare, sarai nostro gradito ospite!

Si ringrazia il Gruppo Sportivo Non Vedenti Milano Onlus per la generosa sponsorizzazione, per credere nell'attività di danzaterapia e nel progetto d'integrazione con l'Arte.


DOVE SIAMO:

Via Vivaio, 7 - Milano


Informazioni sui corsi di danza creativa e danzaterapia nella città di Milano:

Valentina Vano
Milano, MI, Italy
e-mail: danzaterapia@ymail.com
Tel. 339.4805.033


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Marìa Fux e Isadora Duncan: dialogo tra due cammini
Milanodanzaterapiablog
Parole in movimento; racconti di danzaterapia



Lezioni di danza creativa e danzaterapia individuali e di gruppo.
Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.
Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per favorire un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.
Il Metodo applicato (Fux) è artistico e non fa riferimento a contenuti psicoterapeutici.



Regalati un incontro


ogni martedì dalle ore 19 alle 20


Milano (zona Lambrate / Città Studi)
Scuola di formazione in danzaterapia  Risvegli-Maria Fux
Via Ventura, 4, aula grande seminterrato

Conduce Pietro Farneti.

La proposta è un percorso di movimento corporeo nelle coreografie di Maria Fux per migliorare la propria condizione psicofisica e giungere all'ascolto di sé e del gruppo attraverso la sperimentazione e l’improvvisazione.

L'incontro è aperto alla partecipazione di chi desidera fare un’esperienza anche sporadica (singola lezione) di danzaterapia o per chi vuole intraprendere un cammino più costante verso lo sviluppo della creatività, la possibilità di comunicazione e l'incontro con l'altro.

Costi: € 11,00 a incontro - € 50,00 per 5 incontri

Non è prevista alcuna quota d'iscrizione: è sufficiente presentarsi, con abbigliamento comodo, direttamente all'orario della lezione a cui si desidera partecipare.

Per chi acquista un abbonamento scontato, in caso di assenza, le lezioni non verranno perse. 
E' consigliata la continuità ma l'allievo può decidere autonomamente quando frequentare.

Come arrivare:
MM2 Lambrate
Tram 23 - 33
Bus   54 - 75

Informazioni generali:


Scuola "Risvegli Maria Fux"
via Privata Giovanni Ventura, 4 20134 Milano
3460749688


DOVE SIAMO:

Via Ventura, 4 - Milano




Con...Tatto / Integrazione in Danzaterapia



Progetto "Integrazione con l'Arte"

ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO
CORSI DEL GRUPPO SPORTIVO NON VEDENTI MILANO ONLUS

Con...Tatto

LABORATORIO DI DANZATERAPIA
APERTO A TUTTI, VEDENTI E NON
CONDUCE VALENTINA VANO  

OGNI GIOVEDI' DALLE ORE 17,00 ALLE 18,00.
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE
COSTO: 100 EURO / QUOTA UNICA ADULTI (PER TUTTO L'ANNO)

GRATIS GIOVANI UNDER 25

VIA VIVAIO, 7 - MILANO
PER INFO TELEFONARE 339.4805.033                  
DANZATERAPIA@YMAIL.COM


TOCCARE CON GLI OCCHI, VEDERE CON LE MANI


Informazioni: 
Valentina Vano
Danzaterapista, Milano, MI, Italy
danzaterapia@ymail.com
tel. 339.4805.033

Lezioni di danzaterapia e danza creativa individuali e di gruppo.

Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.

Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.

La danza che unisce le diversità


PROGETTO INTEGRAZIONE CON L'ARTE



"Coloro che vivono ai margini 

possono ignorare le regole della società comune
 ma si lasciano irrimediabilmente sedurre dalla danza
 che in definitiva impone loro leggi ben più severe"


Il labirinto
(metodologia Marìa Fux)

Da diversi decenni e nei più disparati paesi del mondo la danzaterapia è stata introdotta come strumento artistico di recupero e integrazione sociale nell'ambito degli spazi giovanili, dell’infanzia a rischio, della donna maltrattata, del disagio in generale. 


L’esperienza ha dimostrato che questa tecnica corporea può essere molto attrattiva per l’utenza in generale ed è in grado di catturare l’attenzione delle persone in difficoltà per favorirne la socializzazione e aprire, attraverso un percorso terapeutico integrato con altre discipline, un cammino di crescita e sviluppo personale mediante la possibilità di muoversi ed esprimersi in maniera equilibrata all'interno di un gruppo eterogeneo. Tutto questo si aggiunge ai vantaggi, palesi, di essere un’attività motoria ben codificata, e dalle radici millenarie.




La danzaterapia metodo Fux, ovvero arte e improvvisazione nel medesimo tempo, costituisce uno strumento di cambiamento effettivo nella persona; quando danziamo dobbiamo creare, e la creazione è una piccola rivoluzione: dopo l’atto creativo nulla rimane più uguale.


Creare con il corpo movimenti sempre nuovi all'interno di un setting altamente contenitivo è il rovesciamento di un concetto corporeo, di un’abitudine o una convenzione tradotta in sequenza motoria ripetitiva; è il coraggio di inventare, confrontare lo sconosciuto con quello che sappiamo già. È esplorare forme inaspettate.



Provammo a danzare alla rovescia, 

ci ritrovammo nel posto del probabile inizio



Affermava Isadora Duncan: 


"Ascoltate la musica con l'anima. Non sentite un essere interiore che si risveglia dentro? E' per lui che la testa si drizza, che le braccia si sollevano, che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io".


Partendo dal semplice movimento del corpo, con la danzaterapia è possibile ottenere una maggior inclusione sociale, un miglior riconoscimento del proprio posto nel gruppo, è una porta socchiusa verso il mondo esterno che passando attraverso il “limite” e la creatività. Rende liberi e con la libertà appare quello che siamo veramente senza restrizioni di nessun tipo.
L’attività pratica cerca di fortificare l’asse tra arte ed educazione, sviluppo psicologico ed intellettuale, socializzazione e comunicazione.


Rosalie O'Connor photography

Cosa facciamo in un incontro di danzaterapia?

-  sperimentiamo e approfondiamo il piacere del lavoro di gruppo;
- acquisiamo, attraverso il corpo, conoscenze sul “limite”, non come qualcosa da distruggere od omettere, ma come possibilità di espressione e libertà, valorizzandone gli aspetti di accettazione, sicurezza e fiducia;
-  riconosciamo e delimitiamo i confini dello spazio proprio e di quello dell’altro come precondizione per potersi esprimere;
- osserviamo il proprio movimento e quello del compagno come risorsa per esprimere quello che siamo, sentiamo e desideriamo;
- scopriamo che la danza migliora lo stato d’animo, aiuta a gestire l’aggressività e diminuisce il senso di impotenza: valutiamo lo stato emotivo prima della lezione di danzaterapia e poi dopo l’incontro. Rispondere alla domanda: “Posso attraverso il movimento e l’arte migliorare la mia qualità della vita?”;
- sviluppiamo la sensibilità e l'empatia attraverso la comprensione di musiche sempre differenti e contrastanti tra di loro (introduzione al linguaggio musicale di base e avvicinamento al suono come risorsa generatrice di cambiamento) ;
- apprendiamo ad esaudire, nell'ambito di questa estetica, richieste basiche che sono precondizione per la realizzazione dell’incontro: ordine, pulizia, silenzio, gestione delle resistenze a rispettare le consegne, correzione degli errori ed accettazione dei fallimenti;
- favoriamo lo sviluppo dell’attitudine di resilienza (abilità a risorgere dalle avversità, adattarsi, recuperarsi per accedere a una vita produttiva e significativa nonostante un trauma);
-  diamo impulso al libero intuito e quindi alla fiducia in noi stessi (dare forma all'invisibile).


Rosalie O'Connor photography


La danza è sapere affrontare le difficoltà in positivo


La vita si presenta spesso come un labirinto che ci fa paura. Tutti noi possiamo trovarne l'uscita prendendo le decisioni giuste per noi, che sono solo quelle indicate dal limite. Il limite ci guida senza tradirci, ci dà sicurezza. La danzaterapia può essere un filo, molto bello, molto artistico, per condurci dal dentro verso il fuori.

"Ho impiegato molti anni e infiniti sforzi a disegnare con il corpo il paesaggio fuori di me quando, solo dopo, ho scoperto che il disegno era già scritto nel mio corpo. Adesso qualche volta riesco a guardarmi; il mio corpo è la chiave per sentire ciò che accade, la danza è il sollievo, la casa che mi accoglie e mi aiuta a cambiare "




Io e il mio punto


Per informazioni sui corsi di danza creativa e danzaterapia nella città di Milano: 


Valentina Vano
Milano, MI, Italy
web:     www.metodomariafux.com
e-mail: danzaterapia@ymail.com
tel. 339.4805.033


Tipi di Milano


Lezioni di danza creativa e danzaterapia individuali e di gruppo.
Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.
Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.
Il Metodo applicato (Fux) è rigorosamente artistico e non si basa su contenuti psicoterapeutici.


Quando l'arte abbraccia l'educazione




Duy Huynh artist

Quando l'Arte abbraccia l'Educazione


Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Padova

Affinità tra relazione artistica e relazione educativa

A questo punto vorrei tentare un approfondimento accostando, e lo farò comunque in sintesi, l’artista e l’educatore, vedendo che ci sono delle analogie tra la relazione artistica e la relazione educativa.
Innanzi tutto, un elemento di carattere generale che rende analoghi i due tipi di relazione è l’irripetibilità che dovrebbe caratterizzare sia la formazione nell’arte, che la formazione nell’educazione.


Duy Huynh artist

L’abilità e il compito dell’artista sta nel dare forma alla sua opera rendendola unica, originale, nuova; l’opera d’arte è il frutto, è quel di più, quell’atto creativo che nasce dalla relazione dialogica tra la substantia humana, l’essere umano, e la substantia rerum, la materia, il mondo.
Anche nell’educazione, allo stesso modo, siamo chiamati ad essere per certi versi artisti, non artigiani, con tutto il rispetto per l’artigianato.
Non facendo formazione in base a forme o a modelli precostituiti, ma nell’educazione autentica si riconosce e si valorizza l’irripetibilità di ciascuno, la novità, quel pizzico di inedito che ciascuno è, allora l’educazione è sollecitare ciascuno a promuovere le sue risorse, i suoi talenti e a diventare quella dimensione unica e irripetibile che ciascuno è ed è chiamato a diventare.


Duy Huynh artist

Il conformismo, l’omologazione, la riproduzione di stereotipi mass-mediali sono, come dicevo prima, caratteristiche del nostro contesto socio-culturale, gli artisti possono invece aiutarsi, possono, credo, venire in soccorso del mondo dell’educazione che spesso è povero di poesia, perciò pesante, grigio, brutto, e possono aiutare gli educatori a mettere in atto quegli atteggiamenti che sono importanti nell’educazione e che sono importanti nell’arte.
Quali possono essere questi atteggiamenti comuni dell’artista e dell’educatore?
Un atteggiamento fondamentale è di sicuro l’accettazione dell’altro, l’accettazione dell’altra forma. Accettare dal latino “accipere” significa prendere con sé, contenere, farsi carico, farsi carico dell’altro che è sempre nuovo e diverso. È l’atteggiamento necessario dell’educatore.
Ma pensiamo all’artista che accoglie, che contiene l’opera nella sua novità, nella sua unicità, che la concepisce - concepire e accettare hanno la stessa etimologia.
Anche l’esecutore deve saper abbracciare e cogliere l’originalità di quanto il musicista, per esempio, ha creato e deve saperlo interpretare, donare, manifestare.
Perciò, l’incontro con l’opera d’arte nella sua unicità e nella sua diversità ci fa prendere coscienza della dimensione dell’alterità e sollecita la disposizione interiore all’incontro. Questo è importante lo sappiamo, anche nell'educazione.


Duy Huynh artist

Altro atteggiamento importante che si vive nell’arte e si vive, o si dovrebbe vivere, nell’educazione, è l’empatia, cioè quella capacità di partecipare al mondo dell’altro pur restando se stessi, è una forma di intuizione, andare al tu, andare all’altro da sé, guardare al tu.
L’intuizione è caratteristica evidente dell’artista che sa cogliere l’altra forma, che sa cogliere il suono, il grido a volte impliciti nella realtà, nascosti, ma sa farli venire alla luce, sa farli emergere.
Anche l’educatore dovrebbe far emergere, avere questa capacità di comprensione dall’interno, avere un’immaginazione, Martin Buber la chiama “fantasia reale” cioè capacità di realistica attenzione all’altro nello stesso tempo, una fantasia capace di cogliere ciò che l’altro può diventare.
Ecco allora l’empatia come capacità di cogliere e comprendere e di far emergere ciò che il tu può diventare, la sua utopia.


Duy Huynh artist

Un’altra dimensione importante dell’educazione e dell’arte, è quella che Martin Buber chiama la lotta. C’è una lotta dell’artista con la sua opera e c’è una lotta dell’educatore.
Lotta perché non è facile far uscire quella forma, perché c’è una resistenza della materia a donarsi nell’opera d’arte, ed è implicita anche nell’educazione, nel duro esercizio per far emergere le potenzialità del soggetto educativo attraverso il contributo necessario dell’educazione. È una lotta perché spesso c’è una resistenza del tu a diventare ciò che può e deve diventare, perché spesso c’è una passività, c’è un conformismo.
Buber dice: “L’educazione è lotta con il soggetto” per far emergere quelle potenzialità che tante volte egli stesso si nega, che tante volte impedisce che si verifichino.
E in questa lotta nell’educazione si lasciano dei segni, come nell’arte, insegnare, ecco la lotta autentica dell’educazione.


Duy Huynh artist

È evidente che negli atteggiamenti che ho enumerato - accettazione, empatia, lotta è implicata, sia nell’arte che nell’educazione, una reciprocità, il tu ci cambia, l’altro ci cambia, l’educatore viene educato, l’altro ci induce ad una nuova prospettiva, ad un vederci da un’altrove che sollecita anche una meta- identità, un cambiamento di se stessi.
E anche l’opera ci tocca, ci parla, ci scuote, ci cambia, soprattutto i prodotti dell’arte moderna tante volte ci mettono in crisi. Arnaim, psicologo dell’arte, scrive: “Ci sconcertano e ci spaventano questi prodotti perché anziché lusingarci come consumatori e invitarci a collaborare alla truffa del profitto, ci pongono spietatamente di fronte alla verità”.
Ecco a volte la funzione dell’arte autentica di porci di fronte alla verità e non alla  negoziazione del mercato.


Duy Huynh artist

In ultima analisi, in questa lotta complessa che è l’educazione e che è l’arte, siamo chiamati ad essere autori, auctor deriva da augere, il cui significato è far crescere, promuovere, quindi l’autore è colui che fa crescere, promuove e permette la manifestazione di qualcosa che ancora non c’è.
L’artista per essere tale, per essere autore, deve possedere un’interiorità, un testo interiore che poi scrive nella pagina bianca ed ecco che diventa poesia, opera letteraria, testo teatrale, sceneggiatura, oppure l’autore artista scrive sulla tela e diventa un dipinto, sulla pietra, scultura, nello spazio, istallazione artistica, architettura, sulla pellicola si scrivono le trame splendide di certi film.
L’educatore allo stesso modo dovrebbe essere artista, autore capace, lui, l’educatore, di scrivere, come dice Platone, “nell’anima dell’altro”. Nel Fedro, Platone dice: “In un discorso scritto c’è molto di superficiale e di aleatorio, soltanto nella parola dell’educatore, cioè in ciò che si scrive veramente nell’anima, intorno al giusto, al bello e al bene, soltanto in questo c’è chiarezza, pienezza e serietà”.


Duy Huynh artist

L’educatore sa che queste parole devono essere proprio sue come fossero figli suoi, e sa che il discorso, se mai lo ha trovato, egli lo porta dentro di sé, e gli permette di scrivere nell'anima e perciò di diventare autore.
In una pagina bellissima Kirkegard, propone una distinzione tra falso artista e vero artista, e dice così: “Facciamo il caso di due pittori, il primo dice ho viaggiato molto e ho visto molte cose al mondo ma non sono riuscito a trovare un uomo che meritasse un ritratto, né a trovare un qualche paesaggio che fosse l’immagine perfetta della bellezza così da risolvermi a dipingerlo, sempre ho trovato qualche difetto, perciò la mia ricerca è stata inutile”. 


Duy Huynh artist

Un simile pittore sarà mai un grande pittore? Si chiede Kirkegard. Poi prosegue: l’altro pittore invece dice: Io non mi presento come un artista, non ho viaggiato all'estero, però qui, senza uscire dalla piccola cerchia di uomini che sono a me più vicini, non ho trovato un volto così insignificante oppure così difettoso che non avesse qualche lato bello e illuminante, perciò sono contento di esercitare con essi la mia arte”. Non sarebbe proprio questo il segno, dice Kirkegard, che era costui il vero artista, perché portava con sé un qualcosa che l’altro artista dei viaggi non riuscì a trovare in nessuna parte del mondo, probabilmente perché costui non lo portava in sé? Questo dice Kirkegard.


Duy Huynh artist

Rilke, il grande poeta, nella sua lettera ad un giovane poeta dice: “Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate, accusate voi stesso che non siete assai poeta da evocarne la ricchezza, ché per un creatore non esiste povertà, né luoghi poveri e indifferenti.”
Rilke ci invita ad attenerci alle piccole cose che uno vede appena e che in maniera così imprevista possono divenire grandi e incommensurabili. Se avete questo amore per l’inappariscente, allora io credo che questa attitudine ad immaginare, cogliere quanto di grande, quanto di bello c’è nelle piccole cose, sia l’attitudine che potremo chiamare amore per la vita, e potrebbe essere l’attitudine del vero artista e del vero educatore.
In questo senso penso che l’arte e l’educazione possano abbracciarsi e nel nostro contesto avere una funzione veramente importante.


Duy Huynh artist


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Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.

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Il Metodo applicato (Fux) è artistico e non fa riferimento a contenuti psicoterapeutici.


Informazioni:
Valentina Vano
Milano, MI, Italy
danzaterapia@ymail.com
telefono: 339.4805.033